L’idea chiara ed il senso di discernimento della realtà. Come fare a valutare se sia migliore cimentarsi in un posizionamento su singole attività o optare invece per un acquisto di ETF?
Più che nel guardare i benefici, specie nel campo obbligazionario, la scelta dell’investitore dovrebbe focalizzarsi nel ricercare a quali costi e perdite risulta assoggettato il fondo e quali invece sarebbero gli oneri e i rischi corrispettivi in caso di investimenti separati.
Se l’agevolazione dei costi in quanto a spese di gestione e di ingresso/uscita sul mercato risultano agevolate rispetto agli altri prodotti quotati, un beneficio considerevole dell’investimento in ETF riguarda la chiara visione d’insieme del quadro d’investimento, con il massimo della trasparenza e l’immediatezza della lettura. Mentre nel caso di un portafoglio titoli obbligazionari si tende a non considerare la perdita/profitto sul titolo in sé, guardando esclusivamente allo stacco cedolare, il fondo ETF porta naturalmente a prestar maggiore attenzione alla variazione di valore, visto più come una quota di investimento a sé stante che non come una composizione diversificata ed unificata di obbligazioni.
La psicologia dell’investire in ETF
Nel gergo viene definita finanza comportamentale; nella realtà è semplicemente una tendenza del mercato, volta a far credere che con la sicurezza della cedola non vi siano rischi di guadagno e che le perdite sul portafoglio possano essere garantite da un rimborso pieno del capitale a scadenza. Tale condizione, inoltre, spinge spesso i risparmiatori a conferire maggiore peso alle perdite date dai fondi ETF obbligazionari (http://www.trend-online.com/etf-obbligazionari.html) (non valutati secondo un valore di rimborso nominale), ritenendoli spesso meno vantaggiosi.
Per cercare di far superare la ‘barriera’ psicologica ecco allora che molti fondi ETF (http://notizieinformationi.wordpress.com/2014/07/08/etf-obbligazionari-vs-portafogli-di-obbligazioni-il-vantaggio-sta-nel-mezzo) soprattutto di nuova costituzione hanno optato per un modello a corresponsione cedolare, finalizzata a ‘rassicurare’ l’investitore con versamenti periodici determinati (seppur con montante finale tendenzialmente sempre inferiore).
Il migliore amico dell’investitore è il discernimento della realtà e la verifica soggettiva che le condizioni proposte non siano un mero specchietto per le allodole adottato a scopo di vendita.
Se l’agevolazione dei costi in quanto a spese di gestione e di ingresso/uscita sul mercato risultano agevolate rispetto agli altri prodotti quotati, un beneficio considerevole dell’investimento in ETF riguarda la chiara visione d’insieme del quadro d’investimento, con il massimo della trasparenza e l’immediatezza della lettura. Mentre nel caso di un portafoglio titoli obbligazionari si tende a non considerare la perdita/profitto sul titolo in sé, guardando esclusivamente allo stacco cedolare, il fondo ETF porta naturalmente a prestar maggiore attenzione alla variazione di valore, visto più come una quota di investimento a sé stante che non come una composizione diversificata ed unificata di obbligazioni.
La psicologia dell’investire in ETF
Nel gergo viene definita finanza comportamentale; nella realtà è semplicemente una tendenza del mercato, volta a far credere che con la sicurezza della cedola non vi siano rischi di guadagno e che le perdite sul portafoglio possano essere garantite da un rimborso pieno del capitale a scadenza. Tale condizione, inoltre, spinge spesso i risparmiatori a conferire maggiore peso alle perdite date dai fondi ETF obbligazionari (http://www.trend-online.com/etf-obbligazionari.html) (non valutati secondo un valore di rimborso nominale), ritenendoli spesso meno vantaggiosi.
Per cercare di far superare la ‘barriera’ psicologica ecco allora che molti fondi ETF (http://notizieinformationi.wordpress.com/2014/07/08/etf-obbligazionari-vs-portafogli-di-obbligazioni-il-vantaggio-sta-nel-mezzo) soprattutto di nuova costituzione hanno optato per un modello a corresponsione cedolare, finalizzata a ‘rassicurare’ l’investitore con versamenti periodici determinati (seppur con montante finale tendenzialmente sempre inferiore).
Il migliore amico dell’investitore è il discernimento della realtà e la verifica soggettiva che le condizioni proposte non siano un mero specchietto per le allodole adottato a scopo di vendita.